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giovedì, 25 Aprile 2024
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Quando la barca diventa pulpito

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V Domenica Tempo Ordinario

Quando la barca diventa pulpito

(Isaia 6,1-2,3-8; 1 Corinzi 15,1-11; Luca 5,1-11) 

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”.

La barca come pulpito. Per Gesù ogni luogo è adatto, purchéevangelizzi. E la barca diventa il luogo dal quale, fisicamente, insegna. Si serve di essa per discostarsi dalla riva, per rendersi visibile e lì annuncia il regno. Ma la barca non è solo il luogo, ma anche la fonte di ispirazione per il suo insegnamento. Difatti dopo aver parlato “sfida” Pietro: ”Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”.

Dopo la flebile, giustificata, forse, professionale, titubanza di Pietro che, da esperto pescatore quale era, gli fa notare che ha pescato per tutta la notte senza risultato, comunque aggiunge:”… ma sulla tua parola getterò le reti”.

Si fida. Abbandona le sue teorie per fare posto all’invito di uno sconosciuto, per altro non pescatore come lui. La sua scelta è premiata, coronata dal successo inatteso e insperato. Le reti piene al limite della loro rottura, sono l’eloquente e sorprendente risultato. Fidarsi, abbandonarsi fiduciosi all’invito di qualcuno che lo si considera degno di attenzione richiede di togliere il ”freno a mano”della resistenza, del pregiudizio e abbandonarsi sereni. Ma c’è una particolarità. Gesù non solo dice di buttare le reti ma suggerisce di prendere il largo. Allontanarsi dalla riva, andare in mare aperto, rischiare. Lasciare le sicurezze per affrontare l’ignoto. Scommettere. Osare. Andare oltre. Mai fermarsi, paralizzati, ammaliati, dalle sicurezze comode ma infruttuose, sterili. Mettere nel cuore il desiderio di darsi da fare quando tutto è andato male, quando la catastrofe ha distrutto ogni cosa. Talvolta è necessario andare contro ogni razionalità e, fidandosi, dare credito a chi ci esorta, a chi ci vuole scuotere dall’immobilismo, dal comodo adagiarsi in situazioni ormai dominate a cui ci si è abituati.

Rinnovarsi è come cambiare vestito. Non possiamo indossare sempre lo stesso anche se è griffato arriva il momento che si deve cambiare. Se questo non accade, si puzza. L’abito stesso si logora, si sgualcisce. Rinnovare mente e cuore fa parte di una strategia di sopravvivenza, di crescita, di rinnovamento. Si chiama conversione. Ad una vita stanca, annoiata, priva di interessi, infruttuosa, occorre proporre di prendere il largo, di conoscere alternative, di frequentare altre situazioni, interessi. Tutto questo non tanto per cambiare. Rinnovarsi per moda. No! Per trovare nuovi stimoli. Per cambiare noi stessi e non logorarci nella ripetitività. Ecco un modo per leggere in modo diverso quando la vita ci costringe a cambiamenti, a sofferenze, a privazioni inattese, non calcolate e difficili da accettarsi.

Dio si serve di tutto per utilizzarlo come pulpito dal quale ci insegna. Proprio come ha fatto Gesù servendosi della barca. Ma noi, come Pietro dobbiamo essere capaci di abbandonare le nostre convinzioni e assumere quelle di Dio. ”Sulla tua parola getterò le reti”. Diamo fiducia e credito a Dio. La nostra vita si riempirà di sorprese.

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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