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giovedì, 7 Novembre 2024

Dio non è uno spedizioniere, ma sta a bordo con noi sulla barca della vita

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XII Domenica Tempo Ordinario – B

Dio non è uno spedizioniere, ma sta a bordo con noi sulla barca della vita

 (Giobbe 38,1.8-11; 2 Corinzi 5,14-17; Marco 4,35-41)

Ascoltiamo il Vangelo:

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?»”.

“Passiamo all’altra riva”. Che bella espressione gravida della presenza di Dio nella nostra vita. Lui continuamente si impasta con la nostra storia. Già lo aveva fatto nell’incarnazione, ma lo continua a fare in ogni istante. E questo è confortante. Sapere che Dio è un nostro alleato, sempre presente, sempre vigile, sempre compagno di viaggio. Ai suoi amici, sul far della sera, quando si deve trasferire, dopo aver congedato la folla, li esorta ad andare oltre. Non li invia, non li spedisce, cammina con loro, s’imbarca con loro. “Passiamo”. Andiamo insieme, io con voi, sulla stessa barca, viandante con voi. Viandante come voi. Viandante perché ci siete voi. Noi al centro del pensiero e dell’azione di Dio. Tanto da farlo incamminare con noi.

Ma come si sa la navigazione non è sempre tranquilla e serena. Ci sono tempeste, inconvenienti. Il mare si increspa, si agita, le onde invadono la barca e la fanno vacillare, quasi affondare e, Gesù a poppa, comodamente assopito, è “sul cuscino”, a riposare. Subito lo sbigottimento dei discepoli li agita al punto da svegliarlo e rimproverarlo: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”.

Quante volte nella navigazione della nostra esistenza sembra che siamo orfani di Dio, sembra che lui sia assente, che dorma addirittura? Non è così. Lui è nascosto nelle pieghe del nostro tempo, silente accompagna la nostra crescita. Dà sapore e intensità alle nostre emozioni, illumina le nostre scelte, accompagna le nostre fatiche, soccorre le nostre cadute. Non ci abbandona mai. Nulla della nostra vita è per lui un inedito, anzi, accompagnandoci ci precede pure, ci attende. Dio non è uno spedizioniere, sta a bordo con noi sulla barca della nostra vita. Basta accorgerci, fidarci. Addirittura lui è posizionato a poppa, la parte innanzi della barca, quella che se affonda è la prima che si inabissa, quasi a dire “io vi proteggo. Prima dovrei affondare io e poi, casomai voi”.

Quando dubitiamo della presenza di Dio nella nostra vita non vuol dire che non abbiamo fede, se così fosse non ce ne importeremmo e non staremmo a porci delle domande sulla sua assenza. Ciò che è troppo forte è l’espressione dei discepoli:” Non t’importa che siamo perduti?”. “Pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro…. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù” (Papa Francesco, Sagrato della Basilica di san Pietro, 27 marzo 2020). Svegliatosi, calma le acque, fa cessare il vento e torna la bonaccia non solo per il tempo placato ma anche per il cuore ristorato dei suoi amici. Ma poi li interroga: ”Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.

Così siamo noi, invochiamo Dio nel momento del rischio, del pericolo senza sapere che lui si prende sempre cura di noi. Quanto siamo deboli e fragili. Le tempeste del cuore le può placare e spegnere solo la certezza che Dio è padre, sempre, anche quando sembra che sia assente. Occorre “reimpostare la rotta della vita verso il Signore e verso gli altri”. Nel momento del pericolo Dio ci protegge, si prende cura di noi, è con noi sulla stessa barca e, da poppa, ci accompagna. Naviga con noi, lasciamo il timone a lui e non illudiamoci di essere noi a fare la rotta. Se la bussola della vita è Dio navighiamo sicuri anche tra le onde e le tempeste.

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