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martedì, 23 Aprile 2024
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«Dio è gioia ma lo facciamo morire di noia nelle Chiese»

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Papa Francesco, insieme ad una sessantina di collaboratori della Curia Romana, è partito ieri in pullman dal Vaticano per recarsi ad Ariccia (Roma) dove, nella Casa del Divin Maestro retta dai Paolini, seguirà gli esercizi spirituali di Quaresima fino alla prima mattina di venerdì prossimo, 11 marzo. Gli esercizi spirituali della Curia Romana, sono stati affidati a padre Ermes Ronchi, sacedorte dell’Oridne dei Servi di Maria. Sono iniziati ieri pomeriggio alle 18 con l’adorazione eucaristica e la prima meditazione basata sulla domanda di Gesù a coloro che lo stavano seguendo «Che cosa cercate?» narrata nel Vangelo di Giovanni. A seguire la recita dei Vespri e la cena.

Le giornate successive, a partire da oggi, saranno scandite da un programma che prevede al mattino la recita delle Lodi, la meditazione, la celebrazione della Messa. Quindi dopo il pranzo si proseguirà nel pomeriggio con una nuova meditazione, i Vespri e la cena. Ovviamente nei prossimi giorni non vi saranno impegni ufficiali per il Papa e saranno sospese tutte le udienze pubbliche (compresa quella generale del mercoledì) e private. La conclusione è prevista nella mattinata di venerdì con l’ultima meditazione proposta da padre Ronchi.

“Le nude domande del Vangelo” è il tema delle meditazioni. La prima domanda affrontata da padre Ronchi è tratta da un brano del Vangelo di Giovanni: «Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: Che cosa cercate?». “La proposta per questi giorni insieme – ha detto il padre servita – è di fermarci in ascolto di un Dio di domande: non più interrogare il Signore, ma lasciarci interrogare da Lui. E invece di correre subito a cercare la risposta, fermarci per vivere bene le domande, le nude domande del Vangelo. Amare le domande, esse sono già rivelazione”. “Le domande sono (…) l’altro nome della conversione”. Le domande coinvolgono e lasciano liberi “Gesù – ha detto padre Ronchi – educa alla fede attraverso domande, ancor più che attraverso parole assertive”. I quattro vangeli – ha proseguito – riportano oltre 220 domande del Signore: “La domanda è la comunicazione non violenta, che non mette a tacere l’altro ma rilancia il dialogo, lo coinvolge e al tempo stesso lo lascia libero. Gesù stesso è una domanda. La sua vita e la sua morte ci interpellano sul senso ultimo delle cose, ci interrogano su ciò che fa felice la vita. E la risposta è ancora Lui”.

La passione per Dio nasce dallo scoprire la bellezza di Cristo Gesù – ha rilevato il religioso – chiede quale sia il mio desiderio più forte: “non chiede innanzitutto rinunce o sacrifici, non chiede di immolarsi sull’altare del dovere o dello sforzo, chiede prima di tutto di rientrare nel cuore, di comprenderlo, di conoscere” che cosa desidero di più, cosa mi fa felice. Cercare la felicità è cercare Dio e “la passione per Dio – spiega padre Ermes – nasce dall’aver scoperto la bellezza di Cristo. Dio mi attira non perché onnipotente, non mi seduce perché eterno o perfetto” ma “mi seduce con il volto e la storia di Cristo, l’uomo dalla vita buona bella e beata, libero come nessuno, amore come nessuno mai. Lui è la bella notizia che dice: è possibile vivere meglio, per tutti. E il Vangelo ne possiede la chiave”.

Il nome di Dio è gioia, libertà, pienezza. La fede è cercare “un Dio sensibile al cuore, uno che fa felice il cuore, il cui nome è gioia, libertà e pienezza. Dio è bello. Sta a noi annunciare un Dio bello, desiderabile, interessante”. Forse – ha aggiunto – “abbiamo impoverito il volto di Dio, talvolta l’abbiamo ridotto in miseria, relegato a rovistare nel passato e nel peccato dell’uomo. Forse un Dio che si venera e si adora, ma non quello coinvolto e coinvolgente, che ride e gioca con i suoi figli”. Dio può morire di noia nelle nostre chiese, restituiamogli il suo volto solare “Ogni uomo – ha concluso padre Ermes Ronchi – cerca un Dio coinvolgente. Dio può morire di noia nelle nostre chiese. Restituiamogli il suo volto solare, un Dio da gustare e da godere, desiderabile. Sarà come bere alle sorgenti della luce, agli orli dell’infinito. Che cosa cercate? Per chi camminate? Cerco un Dio desiderabile, cammino per uno che fa felice il cuore”.

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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