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giovedì, 28 Marzo 2024
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Via, verità, vita. Trittico d’amore divino

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V Domenica di Pasqua

Via, verità, vita. Trittico d’amore divino

 (Atti 6, 1-7; 1 Pietro 2, 4-9; Giovanni 14, 1-12)

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».  Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso, ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.  Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre»”.

Via, verità, vita. Un trittico d’amore divino. Gesù definisce sé stesso dando questa definizione. La via, la verità e soprattutto la vita sono dimensioni e realtà imprescindibili dalla vita umana. Affermandolo, Gesù, non ha detto che ne conosce i segreti, che possiede le mappe o è garanzia di successo. Identitario è il suo parlare. Io sono. Né percorro, né posseggo, né conosco, ma, sono la via, la verità e la vita. Chi vuole percorrerne la lunghezza, conoscerne i segreti, viverne la vivacità, deve passare attraverso di lui. Fare esperienza cristica. 

Una vita cristocentrica e non egocentrica è garanzia di serenità, di raggiungimento degli scopi, di realizzazione di sé stessi. Occorre decentrarsi dal proprio famelico egoismo. È necessario fare spazio a Cristo, come fonte ispiratrice e forza propulsiva, per rendere la vita più simile al suo insegnamento e più conforme alla vocazione cristiana. Purtroppo, l’egoismo è bulimico al contrario dell’anoressico altruismo. Una vita incentrata su sé stessi è stantia, corre il rischio d’essere putrida come l’acqua che ristagna e non si rigenera. Mai ci si deve fermare ed abbeverare dalle nostre misere pozzanghere, ma occorre desiderare l’acqua sorgiva dell’amore di Dio.

Costa fatica. È un’opera immane di restauro di sé stessi e dà se stessi. Ma Gesù, come sempre, viene in aiuto: “Non sia turbato il vostro cuore”. Che consolazione, che speranza, che certezza. In questo modo le fatiche, anche gli insuccessi, non ci inabissano, ma ci danno la forza di reagire, addirittura diventano occasioni di riscatto, di risurrezione. Gli errori, mai debbono diventare tombe, ma solchi dove la vita rinasce. Dio non ci lascia mai soli. È sempre attento alle nostre necessità. L’unica certezza è che non ci rendi immuni da errori, fatiche, ma ci aiuta negli errori e nelle fatiche. Ci dà forza. Incoraggia perché, con le nostre risorse, nobilitate dalla sua grazia, dal suo sostegno, ci diano la soluzione, la via d’uscita, la forza per non abbatterci. Mai.

Quando Gesù dice di sé stesso d’essere via, verità e vita in effetti ci dona la “ricetta” per vivere la nostra esistenza in riferimento a lui. È come se ci consegnasse una sorta di navigatore per l’esistenza. Percorrere la via che ci indica è garanzia di raggiungimento del traguardo, di compimento del nostro cammino. Le strade umane, purtroppo, sono tutte senza uscita; quelle divine, invece, sono infinite, fanno approdare dove lui stesso ci attende. È bella camminare e sapere che qualcuno che ci ha preceduti ci attende per accoglierci.

La verità che ci propone è via di libertà. “La verità vi farà liberi” (Giovanni 8,28). Solo in Dio non c’è inganno, doppio fine. Il parlare di Dio è sì o no. Nitido, chiaro. La verità che Dio propone è la certezza del suo amore. La fragranza della sua paternità. La luce di una trasparenza che non ha ombre, non conosce sotterfugi, si propone tale e quale essa è.

La vita. Più c’è Dio in me, più ci sono io. La vita, di cui Dio è autore perché l’ha creata, è amante perché la custodisce, è garante perché l’ha redenta sulla croce, è dono di sé stesso a noi. Ha tolto la vita a sé per darla a noi. La logica del seme caduto in terra: muore per dare frutto. Un frutto moltiplicato: da un chicco nasce una spiga. Ognuno di noi è portatore, nella propria vita, dei “cromosomi divini”. Siamo sua immagine e somiglianza. In noi è depositata la bellezza e la grandezza di Dio. Siamo uomini divinizzati, come Dio, in Cristo si è umanizzato. Ecco allora la via da percorrere, la verità da conoscere, la vita da vivere.

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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