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giovedì, 12 Dicembre 2024
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Cosa si deve fare per ottenere i benefici connessi al Giubileo?

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Un lettore ci chiede di spiegare meglio quali siano le condizioni necessarie per vivere il Giubileo della Misericordia. Risponde don Roberto Gulino, docente di Liturgia alla Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Ogni domenica mattina ritiro il numero del giornale. Anche  questa mattina ampi servizi su questo Giubileo della Misericordia, dislocazione di tutte le porte sante, aperte e da aprire, ma non ho trovato una riga sulle condizioni per ottenere il beneficio di questo eccezionale avvenimento.

C’è molta ignoranza a proposito: alcuni credono che è sufficiente attraversare la Porta Santa, ma non credo che sia così. Non sarebbe male che si potesse leggere in che consistono le condizioni. Anche in parrocchia mi aspettavo una parola chiarificatrice. Nulla.

Sarebbe troppo pretendere che da parte di Toscana Oggi si potesse avere un po’ di lume?

Lettera firmata

Il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza… l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso». Con queste parole, Papa Francesco ci invita – durante l’Anno del Giubileo – a fare esperienza piena dell’amore indulgente e misericordioso di Dio.

Quando commettiamo un peccato, il sacramento della riconciliazione ci permette di recuperare la comunione con il Signore cancellando pienamente le nostre colpe. Per la nostra debolezza possono rimanere in noi delle contraddizioni, delle tracce, delle impronte che sono effetto del nostro peccato, chiamate con il termine «pena» (come la chiusura del cuore, l’essere ripiegati su se stessi, altri limiti umani…) che necessitano di un ulteriore dono di Dio: l’indulgenza, ossia il suo amore indulgente e misericordioso.

Per vivere e far nostro l’amore indulgente e misericordioso del Padre ci viene chiesto:

– la volontà di cambiare, di allontanarci dal peccato, di riavvicinarci pienamente al Signore (esclusione di qualsiasi affetto al peccato, anche veniale);

un pellegrinaggio verso una Basilica giubilare (espressione del cammino interiore);

– l’attraversamento della Porta della Misericordia (riconoscere Gesù come unica via che conduce al Padre, la vera porta di accesso a Dio);

– il sacramento della riconciliazione (la confessione può essere celebrata nei giorni precedenti o successivi al pellegrinaggio);

– la comunione eucaristica (anche in questo caso non necessariamente il giorno stesso del pellegrinaggio);

– la professione di fede (recita del Credo);

– la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (un Padre nostro, un Ave Maria, un Gloria al Padre in comunione con il successore Pietro).

Oltre che nelle basiliche papali a Roma, in ogni diocesi c’è una Porta della Misericordia in Cattedrale, ed eventualmente in altre chiese stabilite dal Vescovo diocesano.

Varcata la Porta della Misericordia è bene sostare in preghiera di fronte al Santissimo Sacramento. Qui si recita il Credo e si prega secondo le intenzioni del Santo Padre. Se possibile conviene celebrare subito (oppure entro otto giorni) il sacramento della riconciliazione e partecipare alla celebrazione eucaristica.

Si può vivere questo amore indulgente e misericordioso del Padre più volte durante l’Anno giubilare, e non solo in prima persona, ma anche per i defunti.

Altro modo per vivere l’amore indulgente e misericordioso del Padre è mettere in pratica una o più opere di misericordia, corporale o spirituale.

Sono opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, offrire da bere agli assetati, vestire chi è nudo, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i defunti. E sono opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

Per chi ha difficoltà a compiere il pellegrinaggio, soprattutto per i malati e le persone anziane e sole «…sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore… Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà… Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa…» (Lettera del Santo Padre).

Roberto Gulino

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Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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