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giovedì, 25 Aprile 2024
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Adagiarsi nella volontà del Padre, grembo di vita nuova

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IV Domenica di Avvento 

Adagiarsi nella volontà del Padre, grembo di vita nuova

 (Isaia 7,10-14; Romani 1,1-7; Matteo 1,18-24)

Ascoltiamo il Vangelo:

“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”.

Delle volte capita, nelle nostre storie personali, in quelle di cui veniamo a conoscenza, che Dio chiede delle cose apparentemente impossibili. Anche a Maria, sua madre, ha chiesto un impossibile. Ma il protagonista di questo impossibile è lo stesso Dio e, ottenuta la docilità di Maria, la fa diventare sua madre. La Madonna si è adagiata nella sua volontà. Ha donato tutta sé stessa a Dio. Gli ha concesso “carta bianca” affinché in lei si compisse il suo desiderio. Solo così è diventata la mamma di Gesù. E lo adagiò, con tenerezza e premura materne, in una mangiatoia. Maria è generata dal grembo di Dio perché lei vi si è adagiata e Dio è diventato suo figlio nascendo dal grembo della Vergine Maria. Due grembi generativi.

Tutto ciò che accade nella nostra vita se viene incanalato nella volontà di Dio, se ci fidiamo di lui, se cerchiamo di dargli il massimo della nostra collaborazione, anche noi potremmo fare “grandi cose” e diventare grembi generativi. Non perché ne siamo capaci ma perché in noi agirà la forza di Dio, il suo intuito, la sua potenza. Quante volte per incapacità, per svogliatezza, per paura non permettiamo a Dio di agire con noi? In noi? 

Per Giuseppe, a cui è stato chiesto qualcosa di irragionevole, di improponibile, non è stato facile accettare la volontà di Dio. Eppure, anche lui si è adagiato in Dio. Ha creduto al sogno. Si è fidato dell’angelo. Ha compiuto ciò che Dio gli chiedeva. Ha generato fiducia nei confronti di Dio diventandone padre giuridico. Ma se non avesse accettato avrebbe potuto compromettere la vita sia di Maria che di Gesù che ormai era in crescita nel suo ventre. Grande era il suo amore per Maria. Avendo saputo che era incinta senza che fossero ancora andati a vivere insieme, per il grande amore che nutre per lei, non la denuncia mettendo a rischio la sua vita, ma decide, con delicatezza, di licenziarla in segreto”. 

Non proclami per gli errori degli altri. Ma coprire col manto dell’amore le ferite altrui. Non schiamazzi ma silenzio. Non scandali ma comprensione. Così fa chi ama. Non punire con la gogna ma curare con l’amore. Occorre il coraggio e lo scandalo dell’amore.

“Non temere” dice Dio a ciascuno di noi quando ci troviamo negli inevitabili bivi della vita. Quando non abbiamo la mappa completa, quando non abbiamo pianificato noi il viaggio ma comunque ci mettiamo in cammino. “A Dio nulla è impossibile”. Occorre partire da questa convinzione. Fidarsi di Dio. Abbandonarci alla sua volontà. Adagiarci in lui. Nascerà ciò che lui ha pensato per noi, ma non senza di noi. Sant’Agostino ce lo ricorda quando afferma: “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”.

Dio vuole scrivere la nostra storia a quattro mani. Le sue e le nostre. Ci vuole protagonisti anche in percorsi difficili, apparentemente impossibili, come fu per Maria e Giuseppe. Se ci fidiamo di lui, se ci abbandoneremo, se ci adageremo nella sua volontà, lui diventerà per noi grembo di vita nuova e noi stessi genereremo frutti insperati, traguardi inimmaginabili. Allearsi con Dio farà di noi dei vincitori garantiti non per nostre capacità ma esserci fidati di lui che compie grandi cose in sinergia con coloro che chiama a collaborare con lui. Così è stato per Maria, per Giuseppe, così è stato per tutti coloro che gli hanno creduto, altrettanto potrà essere per noi. Occorre crederci. Fidarci. Adagiarci in lui.

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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