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venerdì, 29 Marzo 2024
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La scuola di Dio ci laurea nella sapienza dell’amore. S.S. Trinità

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La scuola di Dio ci laurea nella sapienza dell’amore

(Deuteronomio 4,32-34.39-40; Romani 8,14-17; Matteo 28,16-20)

Ascoltiamo il Vangelo:

“In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»”.

La Trinità non è una formula per raccontare Dio e non capirci nulla. Non è un teorema per distrarci ed allontanarci da lui e tantomeno un passatempo per tenere occupata la mente. La Trinità è l’essenza stessa di Dio. La sua sostanza è divina e la sua manifestazione è triplice, pur conservando la stessa natura divina, espressa in tre Persone, uguali nell’essenza, distinte nelle Persone. “…E nel proclamare te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina. …” (Prefazio).

Ma anche raccontato così sembra essere un Dio “anguilla” che sfugge al dominio della comprensione razionale. Ed è proprio qui il punto; l’uomo, nonostante la nobiltà della sua intelligenza, l’eleganza del suo pensiero, l’approfondimento della sua ricerca, mai potrà circoscrivere Dio e racchiuderlo in una formula. Dio è Altro, per sua natura, ontologicamente. La mente è troppo piccola per contenere la sua immensa, sconfinata ed infinita grandezza. Ma ciò che non si può dominare, possedere, lo si può sperimentare nella misura propria a ciascuno.

Non è colpa di Dio se lui è divino, immenso, trascendente, mentre l’uomo è immanente, ridotto, relativo, fallace. Anzi, proprio perché esiste questa differenza, Dio la vuole alleggerire, ridurre, e, per questo si è manifestato, si è fatto conoscere, si è consegnato, diminuendo se stesso. Si è ridotto come uno straccio, sulla croce, alla balia di tutti.  “Tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo…” (Isaia 52,14). Tutto questo perché nessuno si sentisse escluso o avesse paura di lui o lo scartasse, ma solo utilizzando la forza della debolezza, ci vuole attirare a sè. La fragilità di Dio per appartenere a tutti. Uno straccio a chi fa paura? Chi non lo utilizza per i suoi scopi?

Per Dio essere Trinità significa donarsi. E’ “costretto” dall’amore stesso di cui egli è l’essenza, in cui vive e da cui proviene. Le tre Persone della Trinità vivono di amore e nell’amore, unite, indissolubilmente. L’amore non è una forza centripeta, che si ripiega su se stessa, verso se stessa; ma centrifuga, ha necessità di donarsi di andare verso l’esterno. E Dio ha fatto e continuamente fa questo. Si dona, non si raggomitola in se stesso, ma si dona agli altri. Il primo e principale punto di interesse da parte di Dio è l’uomo e soprattutto quello più peccatore, quello maggiormente bisognoso d’essere curato, avvicinato, corretto e spronato.

In effetti Gesù convoca i suoi sul monte non perché ha bisogno d’essere accompagnato ma per inviarli, li raduna per mandarli, non senza aver depositato nel loro cuore e nelle loro mani gli stessi suoi poteri chiedendo di battezzare, cioè di immergere il mondo in Dio, assicurando che lui non abbandonerà mai nessuno: “Io  sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Lui dietro le quinte, perché l’uomo, per suo volere, sia il protagonista. Il palcoscenico all’uomo, a Dio la nascosta, ma necessaria e sapiente regia. Chi può fare a meno d’essere guidato da Dio, ma lui è Trinità, è comunione d’amore e d’intenti. Questa è la scuola da cui dobbiamo uscire laureati!

Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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