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venerdì, 11 Ottobre 2024
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Si fermino le mani dei violenti

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Durante le celebrazioni pasquali il Papa ricorda le vittime di ingiustizie e conflitti che insanguinano il mondo ed esprime dolore per il crimine vile e insensato che ha fatto strage di innocenti in Pakistan.

«Si fermino le mani dei violenti che seminano terrore e morte, e nel mondo possano regnare l’amore, la giustizia e la riconciliazione». Il grido di pace del Papa si è levato in piazza San Pietro nella mattina del 28 marzo, lunedì dell’Angelo, al termine del Regina coeli. Un appello risuonato alto dopo l’ennesima strage terroristica — il massacro di oltre settanta persone, metà delle quali bambini, dilaniate domenica dall’esplosione innescata da un attentatore suicida a Lahore — che Francesco ha definito «crimine vile e insensato», ripetendo ancora una volta che «la violenza e l’odio omicida conducono solamente al dolore e alla distruzione», mentre «il rispetto e la fraternità sono l’unica via per giungere alla pace».

Il dolore per l’attentato in Pakistan si è unito alle preoccupazioni del Pontefice per tutte «le vittime del sopruso e della violenza» in varie parti del mondo. Francesco ne ha parlato, come di consueto, nel messaggio alla città e al mondo pronunciato dalla loggia centrale della basilica vaticana al termine della messa nella mattina di Pasqua. «Di fronte alle voragini spirituali e morali dell’umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo un’infinita misericordia può darci salvezza» ha ricordato elencando poi tutte le situazioni di conflitto e di ingiustizia che affliggono oggi l’umanità. A cominciare dalla Siria, per la quale il Papa ha invocato «la buona volontà e la collaborazione di tutti» allo scopo di realizzare «una società fraterna rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino».

Nei pensieri di Francesco anche gli altri Paesi del Mediterraneo e del Medio oriente, in particolare Iraq, Yemen e Libia. Per la Terra santa il Pontefice ha auspicato «una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero». E un analogo impegno ha chiesto per «raggiungere una soluzione definitiva alla guerra in Ucraina». Solidarietà e vicinanza ha poi espresso «alle vittime del terrorismo», definito «forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo». Tra i luoghi teatro dei recenti attacchi il Papa ha citato l’Iraq, dove venerdì un attentato ha provocato decine di morti a Iskanderiyah: una strage per la quale Francesco ha espresso il suo cordoglio anche in un telegramma al nunzio apostolico a Baghdad — a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato — auspicando che «in risposta a questa insensata azione di violenza, il popolo iracheno sia determinato nel respingere le vie dell’odio e del conflitto e lavori unito senza paura per un futuro basato sul rispetto reciproco, sulla solidarietà e sulla libertà».

In precedenza, nella veglia del sabato santo celebrata in San Pietro, il Papa aveva invitato i fedeli a rimuovere dai propri sepolcri i macigni che soffocano la speranza.

L’omelia della veglia 

Il messaggio alla città e al mondo 

La meditazione al Regina caeli 

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Parrocchia San Timoteo
Parrocchia San Timoteohttps://www.santimoteotermoli.it/wp
La Parrocchia di San Timoteo di Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954. La Chiesa di San Timoteo di Termoli è una struttura neogotica con una sola navata, e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere vanta il prestigio d'essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali per questo ha meritato d'essere citata anche nei libri di storia dell'arte. Il vescovo Mon. Oddo Bernacchia avendo dato questo titolo alla neo parrocchia lo fece con l'intendo" di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per u na fortuita circostanza.... "La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate dda strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D'Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179).
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